Consigliera federale Leuthard: «L'iniziativa per un'economia verde chiede troppo in tempi troppo brevi»

Berna, 18.08.2016 - Il 25 settembre 2016 l'elettorato elvetico si esprimerà in merito all'iniziativa popolare «Per un'economia sostenibile ed efficiente in materia di gestione delle risorse (economia verde)». Essa punta a ridurre entro il 2050 la cosiddetta «impronta ecologica» della Svizzera adeguandola alla naturale capacità rigenerativa della Terra. Pur condividendone l'intento di fondo, il Consiglio federale respinge l'iniziativa in quanto essa vuole ottenere troppo in troppo poco tempo. La sua attuazione richiederebbe misure drastiche con effetti negativi sull'economia e sulla popolazione: è questa la posizione del Governo illustrata in data odierna dal Capo del DATEC, Doris Leuthard.

Le risorse naturali, quali l'acqua, l'aria, il suolo o le materie prime, sono di importanza basilare per il benessere della società e per l'economia. Ne consumiamo in quantità superiore a quanto tollerato da madre natura e ciò produce un impatto negativo sull'ambiente: la riduzione della biodiversità e del terreno fertile e i cambiamenti climatici sono soltanto alcune delle conseguenze. È quindi indispensabile, ha sottolineato la Consigliera federale Leuthard, sfruttare le risorse in modo più rispettoso ed efficiente.

A differenza dell'iniziativa popolare in votazione il prossimo 25 settembre, tuttavia, il Consiglio federale si prefigge di raggiungere questo obiettivo in modo graduale e senza obblighi. «L'iniziativa chiede troppo in troppo poco tempo», ha spiegato il Capo del DATEC. Secondo il Governo, ridurre entro il 2050 il consumo di risorse adeguandolo alla naturale capacità rigenerativa della Terra (impronta ecologica 1) potrebbe comportare un brusco riassetto strutturale, suscettibile di mettere in pericolo la competitività e la crescita di una parte dell'economia svizzera. L'economia impiega già spontaneamente le risorse naturali in modo sempre più efficiente perché ciò consente di ridurre sia i costi sia la dipendenza dalle importazioni. Questo cambio di rotta richiede tuttavia un certo tempo, ha affermato la Consigliera Leuthard.

La Ministra ha quindi esortato a non abbandonare la buona politica energetica e ambientale del Consiglio federale, incentrata sull'azione volontaria, la sensibilizzazione della popolazione, l'innovazione, gli incentivi e il progresso tecnico. Diversamente da quanto proposto dall'iniziativa, non è necessario un nuovo articolo costituzionale. Infine, ogni intervento a favore dell'energia verde ha un senso solo se coordinato con la comunità internazionale. Non serve a nulla che la Svizzera agisca autonomamente.

Il Consiglio nazionale ha respinto l’iniziativa con 128 voti contro 62 e 2 astensioni, il Consiglio degli Stati con 31 voti contro 13 senza astensioni.

Insieme alla Consigliera federale Leuthard hanno presentato i propri argomenti contro l'iniziativa anche le seguenti personalità del mondo politico ed economico:

  • Peter Schilliger, Consigliere nazionale (PLR/LU, imprenditore e membro della Commissione dell'ambiente del Consiglio nazionale);
  • Yannick Buttet, Consigliere nazionale (PPD/VS, membro della Commissione dell'ambiente del Consiglio nazionale);
  • Rolf Soiron, presidente del consiglio di amministrazione di Lonza Group SA;

Che cosa chiede l'iniziativa?

L'iniziativa popolare «Per un'economia sostenibile ed efficiente in materia di gestione delle risorse (economia verde)» chiede alla Confederazione, ai Cantoni e ai Comuni misure efficaci per riportare il consumo di risorse naturali da parte dell'economia a un livello che non superi la naturale capacità rigenerativa della Terra (impronta ecologica 1). La scadenza fissata per il raggiungimento di questo obiettivo è il 2050. I promotori dell'iniziativa auspicano un'economia con il minor impatto possibile sull'ambiente. Per raggiungere questo obiettivo la Confederazione potrebbe adottare, all'occorrenza, diverse misure in vari settori (ad es. ricerca, innovazione, processi produttivi, fisco e bilancio).


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