Il Consiglio federale respinge l'iniziativa SSR e propone invece di ridurre il canone a 300 franchi

Berna, 19.06.2024 - La SSR ha bisogno di risorse finanziarie sufficienti per poter proporre un'offerta giornalistica equivalente in tutte le regioni linguistiche. Il Consiglio federale respinge pertanto l'iniziativa popolare federale «200 franchi bastano! (Iniziativa SSR)» e ha adottato il relativo messaggio il 19 giugno 2024. Tuttavia, intende sgravare finanziariamente le economie domestiche e le imprese. Ha quindi stabilito di ridurre gradualmente il canone radiotelevisivo a carico delle economie domestiche a 300 franchi entro il 2029. Il Consiglio federale rilascerà alla SSR una nuova concessione solo dopo la votazione popolare sull'iniziativa SSR. Pertanto, proroga quella attuale sino a fine 2028.

Nel suo messaggio, il Consiglio federale raccomanda al Parlamento di respingere l'iniziativa SSR, che chiede di ridurre il canone radiotelevisivo a carico delle economie domestiche a 200 franchi all'anno e di esentare completamente le imprese dall'obbligo di pagare il canone. Secondo il Consiglio federale, questa iniziativa è eccessiva: la quota del canone destinata alla SSR si ridurrebbe a circa 630 milioni di franchi. Ciò avrebbe conseguenze troppo gravi per l'offerta della SSR e per il suo radicamento nelle regioni linguistiche.

Riduzione progressiva del canone radiotelevisivo

Il Consiglio federale è favorevole a una SSR forte ma intende anche, come chiesto dai promotori dell'iniziativa, sgravare le economie domestiche e le imprese. Ha quindi deciso di realizzare un controprogetto a livello di ordinanza. A tal fine, ha modificato l'ordinanza sulla radiotelevisione in due punti. In primo luogo, il canone radiotelevisivo a carico delle economie domestiche sarà ridotto gradualmente: dal 2027 verrà diminuito da 335 a 312 franchi, per poi passare a 300 franchi dal 2029. Per i prossimi due anni l'attuale importo di 335 franchi rimarrà invariato.

Secondariamente, il Consiglio federale aumenterà il limite per il pagamento del canone a carico delle imprese. Dagli attuali 500'000 franchi di fatturato annuo si passerà a 1,2 milioni di franchi. In questo modo, a partire dal 2027, circa l'80 per cento delle imprese soggette all'IVA non pagheranno più il canone.

La riduzione graduale del canone offre alla SSR margine di manovra per pianificare e attuare misure di risparmio. Nell'anno in corso, la SSR riceverà una quota di partecipazione al canone di 1,319 miliardi di franchi (1,25 mia. provenienti dal canone più 69 mio. per il rincaro). Nel 2029, la sua quota di partecipazione al canone passerà a circa 1,2 miliardi di franchi, ossia circa 120 milioni di franchi in meno rispetto a oggi. In futuro alla SSR non potrà più essere garantita l'indennità di rincaro, o non più completamente, ciò le causerà un ulteriore ammanco in termini di entrate.

Concessione SSR

Il Consiglio federale ha deciso di prorogare sino a fine 2028 l'attuale concessione della SSR, che scade alla fine di quest'anno. Il nuovo quadro finanziario per il servizio pubblico dei media risulterà chiaro solo dopo la votazione sull'iniziativa SSR. Il Consiglio federale elaborerà la nuova concessione SSR in base alle risorse disponibili e preciserà il mandato della SSR orientandolo maggiormente all'informazione, all'istruzione e alla cultura, nonché alle nuove abitudini di fruizione del pubblico. L'offerta online si concentrerà maggiormente sui contenuti audio e audiovisivi.

Accordo sulle prestazioni per l'offerta della SSR destinata all'estero

Il Consiglio federale ha inoltre concluso un nuovo accordo sulle prestazioni con la SSR in merito al contenuto e al finanziamento di un'offerta destinata all'estero per gli anni 2025 e 2026. Quest'ultima comprende le due piattaforme Internet Swissinfo e tvsvizzera.it nonché la collaborazione con i canali televisivi internazionali TV5MONDE e 3sat. I costi del programma destinato all'estero sono sostenuti in parti uguali dalla Confederazione e dalla SSR, con un contributo della Confederazione limitato a 19 milioni di franchi all'anno. Il quadro finanziario del nuovo accordo 2025/26 è più rigido rispetto a quello dell'accordo 2023/24, soprattutto a causa delle misure di risparmio stabilite dalla Confederazione e del minor peso dato al rincaro. L'offerta giornalistica rimane invariata. Con il nuovo accordo, le sinergie tra Swissinfo e tvsvizzera.it saranno sfruttate in misura maggiore.


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