Iniziativa popolare «Per un'economia sostenibile ed efficiente in materia di gestione delle risorse» (economia verde)
Il 25 settembre i cittadini svizzeri hanno respinto l'iniziativa «Per un'economia sostenibile ed efficiente in materia di gestione delle risorse» con il 63,6 % di no. L'iniziativa mirava a creare le basi per un'economia che non sfruttasse in modo eccessivo le risorse naturali. Il Consiglio federale condivide questa preoccupazione, tuttavia ha respinto l'iniziativa in quanto essa voleva ottenere troppo in troppo poco tempo. Il Governo temeva inoltre ripercussioni negative sull'economia e sulla popolazione.
Il seguente dossier, contenente documenti pubblicati in vista della votazione, non viene più aggiornato (Stato: 25 settembre 2016).
Che cosa chiede l'iniziativa
Nella Costituzione federale va iscritto in modo vincolante che la Confederazione, i Cantoni e i Comuni si impegnano affinché l'economia svizzera utilizzi in modo efficiente le risorse naturali indigene ed estere, evitando per quanto possibile di danneggiare l'ambiente. L'economia deve impiegare con parsimonia le materie prime e ridurre il più possibile i rifiuti, facendo in modo che possano essere riutilizzati e reintrodotti nel ciclo economico come materia prime.
L'iniziativa chiede che il consumo delle risorse naturali diminuisca entro il 2050 in modo tale che l'«impronta ecologica» della Svizzera, calcolata rispetto alla popolazione mondiale complessiva, non superi la capacità naturale della Terra.
L’iniziativa utilizza come parametro l’«impronta ecologica» elaborata dall’organizzazione senza scopo di lucro Global Footprint Network. Si tratta dell’unità di misura più diffusa per calcolare l’impatto ambientale del consumo. Secondo questo calcolo, se nel mondo tutti consumassero tante risorse naturali quanto gli Svizzeri, sarebbero necessarie risorse equivalenti a circa tre pianeti Terra. Il consumo di energie fossili (petrolio, gas naturale e carbone) è il principale responsabile dell’impronta ecologica della Svizzera. Una parte considerevole dell’impronta ecologica del nostro Paese è imputabile ai beni e servizi che importiamo dall’estero.
La Confederazione fissa obiettivi a medio e lungo termine. Nel caso in cui essi non vengano raggiunti, la Confederazione, i Cantoni e i Comuni adottano misure supplementari o rafforzano quelle esistenti. L'iniziativa prevede diversi ambiti d'intervento per la Confederazione, ossia: promuovere la ricerca e l'innovazione, emanare prescrizioni sui processi di produzione, sui prodotti e sui rifiuti o definire incentivi finanziari quali agevolazioni fiscali per attività ecocompatibili e imposte d'incentivazione sul consumo delle risorse naturali.
Il Consiglio federale condivide l'obiettivo degli iniziativisti di perseguire un’economia sostenibile ed efficiente in materia di gestione delle risorse. Respinge tuttavia l'iniziativa, poiché essa vuole ottenere troppo in troppo poco tempo. La sua attuazione renderebbe necessarie misure di forte impatto che potrebbero avere ripercussioni negative sulla competitività, la crescita e l’occupazione. Il Consiglio federale ha già adottato numerose misure volte a favorire un uso efficiente delle risorse naturali.
L'iniziativa chiede troppo in troppo poco tempo
Per raggiungere l’obiettivo di un’impronta ecologica equivalente a un pianeta Terra entro il 2050, il nostro Paese dovrebbe adottare misure con forti ripercussioni sull’economia. La conseguenza potrebbe essere un brusco cambiamento strutturale con effetti negativi sulla competitività, la crescita e l’occupazione. L’economia deve però disporre del tempo necessario per adeguarsi gradualmente e poter così sfruttare le opportunità di mercato offerte dal passaggio a un sistema economico più rispettoso dell’ambiente.
Conseguenza: costi e prezzi più elevati
A causa del breve termine imposto, le nuove prescrizioni per la produzione causerebbero costi supplementari per le imprese. I prezzi dei beni e dei servizi ad elevato impatto ambientale aumenterebbero. Il comportamento dei consumatori dovrebbe cambiare radicalmente. Le economie domestiche dovrebbero ridurre i propri consumi e le imprese avrebbero meno margine di manovra.
Costi elevati anche per lo Stato
Per attuare le misure, lo Stato avrebbe bisogno di più personale e risorse finanziarie. Anche solo l'attuazione delle misure previste dall’iniziativa per la promozione di ricerca, innovazione e commercializzazione di beni e servizi richiederebbe probabilmente varie centinaia di milioni di franchi.
Conferenza stampa del Consiglio federale: 18.8.2016
Misure attuate e previste a favore di un'economia verde
Con la sua politica energetica e climatica già da anni la Svizzera promuove un'economia efficiente in materia di gestione delle risorse. A riguardo, il Consiglio federale ha avviato numerose misure. Oltre alle prescrizioni legali rivestono tuttavia particolare importanza le misure atte a sostenere l'impegno profuso su base volontaria dall'economia, dal mondo scientifico e dalla società. Il Consiglio federale sostiene inoltre gli sforzi della comunità internazionale in quest'ambito in quanto soltanto un modo di procedere coordinato tra i vari Stati darà i suoi frutti.
Economia verde – Misure della Confederazione per una Svizzera attenta a una gestione parsimoniosa delle risorse e alle esigenze delle generazioni future
Il rapporto «Grüne Wirtschaft - Massnahmen des Bundes für eine ressourcenschonende, zukunftsfähige Schweiz», adottato dal Consiglio federale nell'aprile 2016, stila un bilancio dell'attuazione del Piano d'azione Economia verde 2013 e si esprime sull'ulteriore sviluppo dell'economia verde sulla scorta delle basi legali esistenti. Le misure vengono riassunte nei seguenti tre settori e ripartite in nove ambiti chiave:
consumo e produzione
rifiuti e materie prime
strumenti trasversali
Che impatto concreto avranno le misure?
Rete per la promozione di un impiego efficiente delle risorse: la rete reffnet.ch, gestita da ambienti scientifici ed economici e dalla Confederazione mostra alle imprese come risparmiare materiale, energia e costi. Dalla sua fondazione nel 2014, già 42 ditte hanno deciso di realizzare misure intese a ridurre i costi e l’impatto ambientale. Ogni franco investito sinora dalla Confederazione consente di diminuire di circa 60 franchi i costi d’esercizio delle ditte che hanno beneficiato di una consulenza.
Obbligo di ripresa degli imballaggi nel settore del consumo: quale reazione al Piano d’azione 2013 e alle norme della legge sulla protezione dell’ambiente, il settore della vendita al dettaglio ha compiuto maggiori sforzi nel campo degli imballaggi. Migros e Coop, ad esempio, hanno messo a punto entro il 2015 un sistema capillare di raccolta per la valorizzazione di determinati imballaggi di materia plastica.
Spreco alimentare: in stretta cooperazione con alcuni soggetti interessati quali ristoratori e venditori al dettaglio, è stata pubblicata una guida incentrata sulla cessione di generi alimentari a organizzazioni caritative e per la scelta del sistema di datazione. Queste raccomandazioni vengono attuate nel processo di produzione delle derrate alimentari.
La Svizzera si impegna a livello internazionale a favore di una maggiore sostenibilità, non da ultimo in considerazione del fatto che circa il 73 per cento dell'impatto ambientale dei nostri consumi non è generato nel nostro Paese bensì all'estero. L'impegno è profuso in primo luogo in seno a organizzazioni internazionali di cui la Svizzera è membro. In questi consessi il nostro Paese può contribuire in misura importante al trasferimento del sapere a livello mondiale.
Attraverso la sua politica energetica e climatica, anche la Confederazione contribuisce a un minore consumo delle risorse. Entro il 2030, ad esempio, le emissioni di gas serra dovranno diminuire del 50 per cento. Anche la Strategia energetica 2050 è finalizzata a ridurre il consumo di energie fossili. Oltre a ciò, la Strategia prevede un maggiore ricorso alle energie rinnovabili e l’aumento dell’efficienza energetica.