Stabile il numero di Comuni con oltre il 20 per cento di abitazioni secondarie
Ittigen, 29.03.2019 - In 20 Comuni nel 2018 la quota di abitazioni secondarie è scesa al di sotto del 20 per cento, mentre in altri 12 ha superato per la prima volta tale soglia. Attualmente sono quindi 359 Comuni su 2212 ad avere una quota di abitazioni secondarie superiore al 20 per cento. La base per il calcolo delle quote di abitazioni secondarie è costituita dagli inventari delle abitazioni dei Comuni, appena pubblicati dall'Ufficio federale dello sviluppo territoriale (ARE).
I Comuni che presentano una quota di abitazioni secondarie superiore al 20 per cento sono soggetti alle disposizioni restrittive della legge sulle abitazioni secondarie, secondo la quale, in linea di principio, in questi Comuni non si può più costruire tale tipologia di abitazioni. La legge sulle abitazioni secondarie obbliga tutti i Comuni a tenere un inventario delle abitazioni secondarie affinché possano essere determinate le relative quote. L'ARE pubblica gli inventari ogni anno a fine marzo. In base alle informazioni relative all'utilizzazione delle abitazioni in essi contenute, l'ARE calcola le quote di abitazioni secondarie nei Comuni (vedi riquadro).
Secondo i calcoli attuali, 12 Comuni hanno ora una quota di oltre il 20 per cento di abitazioni secondarie, mentre per altri 20 la quota è scesa al di sotto di tale soglia (vedi tabella). Il numero di Comuni con una quota di abitazioni secondarie superiore al 20 per cento rimane quindi relativamente stabile. Si tratta di Comuni per lo più di piccole dimensioni e poco turistici: la maggior parte di essi si trova in zone rurali e periferiche, circa un terzo in zone periurbane. Nel caso dei Comuni più piccoli, anche un piccolo aumento o diminuzione della popolazione e dell'offerta di abitazioni può influenzare la percentuale di abitazioni secondarie. Inoltre, i Comuni la cui quota di abitazioni secondarie si avvicina da diversi anni al limite del 20 per cento gestiscono con maggiore precisione il proprio inventario.
I Comuni che ora registrano una quota superiore o inferiore al 20 per cento possono prendere posizione sui calcoli dell'ARE entro 30 giorni. D'intesa con l'ARE, i Comuni possono precisare i dati contenuti nei loro inventari. Successivamente spetterà all'ARE decidere in quale Comune devono essere applicate le regole restrittive della legge sulle abitazioni secondarie.
L'inventario delle abitazioni
I Comuni elaborano un inventario delle abitazioni nel quale iscrivono gli usi abitativi riportati nel Registro federale degli edifici e delle abitazioni (REA). In combinazione con il registro degli abitanti, si può così determinare in modo attendibile la quota di abitazioni primarie. Su base volontaria, i Comuni possono indicare anche le abitazioni equiparate alle abitazioni primarie, come ad esempio le abitazioni di servizio o le abitazioni per scopi professionali o di formazione. I dati sull'utilizzazione delle abitazioni servono a calcolare la quota di abitazioni primarie e di abitazioni secondarie. Tuttavia, poiché non tutti i Comuni rilevano le abitazioni equiparate ad abitazioni primarie, gli inventari delle abitazioni hanno tra loro una comparabilità limitata.
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