Le fusioni non comportano necessariamente una diminuzione della quota di abitazioni secondarie

Ittigen, 30.03.2021 - Il numero di Comuni che nel 2020 ha registrato una quota di abitazioni superiore al 20 per cento 2020 è passato da 371 a 342. Il calo è da ricondurre in parte a una loro fusione. Nella maggior parte dei casi, la quota di abitazioni secondarie supera il 20 per cento anche dopo la fusione.

Dal 2013, nei Comuni in cui la quota di abitazioni secondarie è superiore al 20 per cento non è più autorizzata la costruzione di abitazioni secondarie. La legge federale sulle abitazioni secondarie (LASec) obbliga tutti i Comuni a elaborare annualmente un inventario delle abitazioni secondarie, in modo da rilevare la relativa quota. L’Ufficio federale dello sviluppo territoriale (ARE) pubblica gli inventari alla fine di marzo. L’ARE calcola la quota di abitazioni secondarie in base al tipo di utilizzazione (vedi riquadro).

A causa delle fusioni, nel 2020 il numero di Comuni in Svizzera è diminuito di 30 unità rispetto all’anno precedente, attestandosi a 2172. Alcuni Comuni con più del 20 per cento di abitazioni secondarie hanno proceduto a una fusione, con il risultato che nove comuni in meno rientrano nel campo di applicazione della LASec. Nella maggior parte dei casi, dopo la fusione la quota di abitazioni secondarie non è scesa al di sotto del 20 per cento. Ne è un esempio il Comune di Verzasca, nato dopo l’aggregazione di cinque Comuni. Se prima dell’aggregazione tutti i Comuni interessati presentavano una quota di abitazioni secondarie superiore al 20 per cento, ora ne viene rilevato uno solo. Lo stesso discorso vale per i Comuni la cui fusione ha dato vita ai nuovi Comuni di Muntogna da Schons e Val de Bagnes. In totale, l’anno scorso dalla fusione di 11 Comuni con abitazioni secondarie ne sono derivati tre. Solo il Comune di Bauen (UR) presenta una quota di abitazioni secondarie inferiore al 20 per cento dopo la fusione con il Comune di Seedorf.

Solo i Comuni che denotano a partire dall’inizio del 2021 un cambiamento di categoria (una quota di abitazioni secondarie superiore o inferiore al 20 per cento) rispetto all’anno prima possono prendere posizione entro 30 giorni e apportare precisazioni nel loro inventario delle abitazioni secondarie, d’intesa con l’ARE. Quest’ultimo verifica se questi Comuni rientrano nel campo di applicazione della LASec.

L’inventario delle abitazioni secondarie

I Comuni elaborano un inventario delle abitazioni, iscrivendo il tipo di utilizzazione delle abitazioni nel Registro federale degli edifici e delle abitazioni (REA). Combinando il REA con il Registro degli abitanti, si può così determinare in modo attendibile la quota di abitazioni primarie. Su base volontaria, i Comuni possono indicare anche le abitazioni equiparate alle abitazioni primarie, come ad esempio le abitazioni di servizio o le abitazioni per scopi professionali o di formazione. I dati sull'utilizzazione delle abitazioni servono a calcolare la quota di abitazioni primarie e di abitazioni secondarie. Tuttavia, poiché non tutti i Comuni rilevano le abitazioni equiparate ad abitazioni primarie, è possibile comparare solo limitatamente i dati degli inventari delle abitazioni.


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