Festa nazionale del 1° agosto 2023: riflessioni sull’anniversario della Costituzione federale

Berna, 01.08.2023 - Allocuzione del consigliere federale Albert Rösti a Melide

(Fa fede il testo parlato) 

Care concittadine, cari concittadini,

care e cari ticinesi,

care svizzere, cari svizzeri!

Grazie per questo invito a Melide. Grazie per avermi permesso di essere qui, oggi, alla Swissminiatur. Avete risvegliato in me i bei ricordi dell'infanzia: l'ultima volta che sono venuto qui è stato per una passeggiata scolastica.

È fantastico poter iniziare il 1° agosto in Ticino. Per gli svizzero-tedeschi è sempre come essere in vacanza. È la sensazione che provo anch'io oggi. Queste mie parole vogliono essere però un complimento al popolo ticinese per la vostra cordialità, l'ospitalità, la cultura e la bellezza del vostro Cantone.

Il Ticino è un Cantone iconico per il turismo, ma voi siete anche molto di più. E capisco che può essere uno svantaggio essere guardati spesso in primo luogo con gli occhi del turista, perché ciò non risponde alle esigenze del Canton Ticino.

So che il Ticino ha un'economia diversificata. E che la sua posizione geografica comporta anche sfide particolari. Credo che a Berna se ne debba tenere maggiormente conto. Mi impegnerò perché ciò accada, almeno nel mio Dipartimento: per me è chiaro che i ticinesi hanno bisogno di infrastrutture moderne e di un collegamento efficiente con le altre regioni del Paese. Non dobbiamo lasciare il Ticino da solo!

175 anni di Costituzione federale

Oggi il nostro Paese festeggia il suo compleanno. E come a tutti i compleanni, dobbiamo prima di tutto essere felici. Ma un compleanno è anche una buona occasione per riflettere: sulla nostra storia, su tutto ciò che le generazioni che ci hanno preceduto hanno fatto, sulla strada che abbiamo percorso come Popolo e come Paese.

Quest'anno spicca poi un anniversario speciale: i 175 anni della Costituzione federale, la Carta fondamentale che regola i principi del nostro Stato e del nostro vivere insieme. La Costituzione è la base del nostro ordinamento giuridico e politico. Non preoccupatevi, non ho intenzione di tenere una lezione di diritto costituzionale, ma credo che valga la pena ricordare ancora una volta di cosa si tratta, perché la nostra Costituzione è l'opera straordinaria di un Paese straordinario.

Torniamo indietro alla prima metà del XIX secolo, ai tempi di Jeremias Gotthelf e Gottfried Keller. Forse avete letto qualche loro romanzo o racconto, o forse vi ricordate di uno degli adattamenti cinematografici, come «Uli der Knecht» (Ueli il servo), con la grande Liselotte Pulver. Qui tutto appare molto pacifico e idilliaco: paesaggi bucolici, grandi fattorie, persone burbere ma per lo più di cuore, nonostante i loro difetti.

La situazione in Europa

Dal punto di vista politico, invece, erano tempi meno idilliaci: fu un'epoca di grandi contestazioni e conflitti politici. Mezzo secolo prima Napoleone aveva conquistato quasi tutta l'Europa, marciando fino a Mosca. Da allora molti Paesi non ritrovarono più del tutto la pace, rimasero lacerati al loro interno.

Vi erano due forze: gli uni volevano ripristinare il vecchio ordine, che significava un potere supremo, per lo più di origine nobile, che governasse con la forza e decidesse fino al minimo dettaglio come dovessero vivere i suoi sudditi;

gli altri volevano più libertà, affinché le persone non fossero solo sudditi e schiavi fiscali, ma cittadini a tutti gli effetti in grado di prendere in mano il proprio destino; volevano uno Stato "borghese", ossia civile, basato sulla democrazia e sul diritto e dove le persone potessero autodeterminarsi.

Questo contrasto fu all'origine di continui conflitti. Finché le tensioni sfociarono in tutta Europa nelle insurrezioni del 1848: in Francia, nei principati e regni tedeschi, nelle città italiane e nell'Impero austriaco, ovunque la popolazione insorse in moti rivoluzionari.

La situazione in Svizzera

E come si presentava la situazione in Svizzera a quell'epoca? Anche il nostro Paese era spaccato in due. Gli anni precedenti al 1848 furono segnati da disordini: la violenta separazione tra Basilea Campagna e Basilea Città nel 1832-33, ad esempio. Oppure si pensi al 1839, anno del colpo di stato conservatore a Zurigo e del colpo di stato liberale in Ticino. Nel 1841, sempre in Ticino, fallì una controrivoluzione di stampo conservatore. Ci furono poi le due spedizioni dei Corpi franchi del 1844 e del 1845, quando liberali armati marciarono alla volta di Lucerna, e nel 1846 le barricate a Ginevra. Ma la lista non si conclude qui.

Queste tensioni sfociarono nel 1847 nella guerra civile del «Sonderbund».

Riassumendo, quindi, la nostra Costituzione federale è nata 175 anni fa nel cuore di un continente attraversato da disordini e sommosse. E anche nel nostro Paese le opinioni divergevano a tal punto che si arrivò ad impugnare le armi.

Quello che successe dopo è incredibilmente sorprendente: negli altri Paesi le proteste si placarono o furono represse dai governi, e continuarono così a governare principi, re e imperatori.

Solo la Svizzera si diede un ordinamento statale liberale con la Costituzione del 1848. Solo la Svizzera scelse una strada completamente diversa. La sua strada. Un caso unico.

Per molti anni la Costituzione del 1848 ha reso il nostro Paese un'isola democratica circondata da monarchie. Queste ultime guardavano alla Svizzera con sospetto e disapprovazione, a volte con interesse e minacciando addirittura un'invasione militare. Facevano fatica a sopportare il fatto che nel cuore dell'Europa un Paese vivesse secondo valori propri, completamente diversi dai loro.

Il risultato: la Costituzione

Guardiamo alla Costituzione, che ha posto le basi per la storia di successo della Svizzera, per il nostro ordine liberale, la nostra prosperità e la nostra alta qualità di vita. Molti degli elementi più importanti erano già presenti nella Costituzione del 1848:

Federalismo: la nuova Costituzione federale assicurava ai Cantoni una posizione forte, riconoscendo loro piena competenza, salvo nei casi in cui essa era espressamente attribuita alla Confederazione - e in questo le successive revisioni della Costituzione non hanno cambiato nulla. Il federalismo riflette la varietà del nostro Paese e garantisce che le decisioni siano prese da quei cittadini che devono anche convivere con le conseguenze che ne derivano.

Due Camere: si dibatté a lungo sull'organizzazione da dare al Parlamento. Una parte voleva un Consiglio con una composizione proporzionale alla popolazione, ma in tal modo i Cantoni più piccoli sarebbero rimasti svantaggiati; l'altra parte voleva mantenere più o meno la Dieta federale tradizionale con le delegazioni dei Cantoni, ma ciò avrebbe penalizzato i Cantoni più grandi. Alla fine si giunse a un saggio compromesso, che si dimostra valido ancora oggi: il Consiglio nazionale rappresenta il Popolo, mentre il Consiglio degli Stati rappresenta i Cantoni. 

Consiglio federale: i sette consiglieri federali sono ciascuno a capo di un Dipartimento dell'Amministrazione federale e insieme formano il governo in corpore. Il presidente della Confederazione è di per sé solo primus inter pares, il che impedisce a una sola persona di raggiungere una posizione troppo forte: un principio importante, che ancora oggi ci distingue da tutti i Paesi con sistemi presidenziali.

Diritti civili: già nel 1848 la Costituzione conteneva disposizioni a tutela dei cittadini e sanciva, tra le altre cose, la libertà di stampa, la libertà di associazione e il diritto di petizione. Alcune altre disposizioni facilitavano il commercio tra i Cantoni e abolivano i dazi doganali all'interno del Paese.

Conclusioni - e quel che seguì

La Costituzione del 1848 fu un'opera davvero di successo. Probabilmente proprio perché non era nelle intenzioni originarie e si era cercato solo un compromesso temporaneo, come primo passo da fare insieme verso un futuro comune. Rappresentava una via di mezzo tra vecchio e nuovo, tra città e campagna, tra valori liberali e valori conservatori.

Quest'opera provvisoria si dimostrò più duratura di quanto inizialmente immaginato. Non nei particolari, ma sicuramente per quanto riguarda i tratti fondamentali del nostro ordinamento. Nei decenni successivi seguirono altre importanti riforme. Con la revisione totale del 1874, ad esempio, fu introdotto il diritto di referendum; nel 1891 fu introdotto il diritto di iniziativa. Nel 1999 si procedette a una revisione della struttura del testo costituzionale e a un adeguamento linguistico degli articoli. E noi tutti votanti perfezioniamo ogni anno la Costituzione quando siamo chiamati a decidere in merito a una modifica costituzionale. Ma la base resta quella del 1848.

Quali insegnamenti?

Ora, naturalmente, bisogna chiedersi quali insegnamenti possiamo trarre per il presente. Secondo me in particolare tre:

Nulla è scontato
Primo insegnamento: siamo tutti cresciuti nel benessere. Ci siamo abituati a stare bene. Siamo talmente abituati che lo diamo per scontato. Certo, siamo ingegnosi, operosi e lavoriamo più degli altri. Siamo attivi, intraprendenti e le nostre aziende convincono per la qualità e l'innovazione. Ma non siamo gli unici ad essere operosi e innovativi. Eppure noi stiamo meglio. Dobbiamo questo vantaggio all'ordinamento liberale creato dalla nostra Costituzione del 1848. È grazie ad essa che lavorare paga, che le persone possono godere dei frutti del loro lavoro. E sempre grazie ad essa le persone possono svilupparsi liberamente, nel privato, culturalmente, in ambito scientifico, nel lavoro, in politica: tutte queste potenti forze che vengono liberate guidano la nostra società e la nostra economia con tanto successo.

La nostra particolarità è vincente
Secondo insegnamento: la Svizzera non ha fatto quello che hanno fatto gli altri, bensì l'esatto contrario. In tempo di monarchie ha scelto la democrazia. In tempo di schiavitù, la libertà. Anche se per questo fu criticata. Difficoltà diplomatiche. Pressioni e minacce, fino ad atteggiamenti bellicosi. Sarebbe stato più facile allinearsi. Seguire la corrente. Conformarsi allo spirito del tempo. Essere come tutti gli altri. Esserci. Fare parte del sistema.

I nostri antenati hanno scelto di fare l'opposto. Sono andati per la loro strada con grande convinzione. Ed è proprio questo che ha reso la Svizzera unica e vincente. Seguire la propria strada richiede spesso forza, è sgradevole e difficile sul momento, e forse ripagherà solo in seguito: anche oggi possiamo ispirarci alla determinazione e alla coerenza della generazione del 1848.

Una grande eredità impone senso di responsabilità
E infine il terzo insegnamento: noi oggi beneficiamo di fondamenta che non abbiamo gettato noi stessi. Altri lo hanno fatto per noi. Il nostro lavoro può basarsi sul loro. Questo dovrebbe renderci grati, umili - e dovrebbe anche farci riflettere. Ci è stata lasciata un'eredità e ci ritroviamo continuamente di fronte alla scelta di cosa farne. Ci rinunciamo? La sacrifichiamo per seguire lo spirito del tempo? Oppure la conserviamo e la trasmettiamo alla generazione successiva?

Sapete come la penso: non si deve rinunciare a qualcosa di così prezioso. Abbiamo l'obbligo di trasmettere questo ordinamento liberale ai nostri discendenti. Il 1° agosto è sicuramente il giorno giusto per fermarci qualche istante a riflettere!

Auguro una buona festa del 1° agosto a tutti voi!

 


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