Forum innovazione Svizzera italiana

Berna, 08.04.2022 - Intervento della consigliera federale Simonetta Sommaruga, Lugano, 8 aprile 2022

(Fa fede la versione orale)   

Onorevole presidente del Consiglio di Stato,
Onorevoli Consiglieri di Stato,
Egregio presidente, egregio direttore della SUPSI,
Cari partecipanti al Forum,

I am delighted to be here with you for SUPSI's Southern Switzerland Innovation Forum. Here tomorrow’s technological advances seem to be right around the corner.

Ukraine

Currently, we hear daily news about the atrocities of the war in Ukraine.
I was in Ukraine two years ago when I was President of the Swiss Confederation. What I experienced there was completely different.

Then, I felt this pioneering spirit and sense of enthusiasm especially when; I visited the country's first innovation park: Unit.City. This was a prototype  of a futuristic urban environment, one that provided an ecosystem for innovative entrepreneurship and research.

Two years later: What is left of Unit.City? What happened to all of those young people who developed innovative solar panels, electric vehicles that moved so fast that you couldn't tell if they were e-bikes or motorbikes!?

In the years before the war, Ukraine had developed its innovation infrastructure considerably. President Zelensky drove the digitalisation process forward in leaps and bounds. His plan was to make all state services available to citizens via an app on their smartphones.

This technological progress is now seen as a god-given: for example, the city of Kiev's app, which was initially used to pay for transport tickets or parking - Kyiv Digital - was transformed into a life-saving tool in less than 24 hours. The app now warns inhabitants of incoming air raids and directs people to the nearest bomb shelter.

In the face of war, Ukrainians surprised the world with their inventiveness, courage and determination…

Dipendenza

Le conseguenze di questa guerra sono ben visibili anche da noi.

La guerra dimostra quanto l'Europa sia dipendente dal petrolio e dal gas, quanto sia esposta alle scosse geopolitiche e agli interessi, a volte oscuri, di alcuni Stati. Ed è così anche per il nostro Paese. La Svizzera spende ogni anno otto miliardi di franchi per importare petrolio o gas, provenienti da Paesi come la Russia.

La logica conclusione era per me chiara, già prima dell’aggressione russa in Ucraina: dobbiamo ridurre questa dipendenza e accelerare lo sviluppo delle energie prodotte in Svizzera. La gente ha capito cosa significa essere dipendenti dall’energia fossile e si aspetta la stessa cosa dalla politica. Vuole un approvvigionamento energetico sicuro, più indipendente e pulito.

Guardate cos’è successo quest’inverno in Ticino: un periodo di siccità che non si vedeva dall’Ottocento! E l’estate scorsa? Il nord era allagato, mentre gli incendi distruggevano il sud. Non possiamo andare avanti così, bisogna rallentare il riscaldamento climatico. Tutto ciò è in stretta relazione con il nostro approvvigionamento di energia.

È mio dovere, come ministra dell’energia e dell’ambiente, far rispettare i nostri impegni volti a ridurre i gas a effetto serra e garantire che le persone in Svizzera possano riscaldare le proprie case nel prossimo inverno.

Questi due obiettivi sono alla nostra portata. Anche se a breve termine vi sono opposizioni: la via da seguire è segnata e collega queste due esigenze:
possiamo ridurre la nostra dipendenza dall’estero e nel contempo ridurre le emissioni di CO2 grazie alle energie rinnovabili. 

È quello che dobbiamo fare ora, in modo rapido e deciso, tutti insieme.

We can attitude

Mi ricordo di una discussione con la vice-governatrice della California: « we have a very we can attitude » mi disse, per definire la loro tenacia, sommata alla creatività, per mettersi all’opera e insistere fino a raggiungere gli obiettivi.

Questa «we can attitude» esiste anche in Svizzera. Il Canton Ticino, per esempio, è ricco di progetti all’avanguardia, da Airolo a Chiasso. Progetti non sempre facili da realizzare, ma nei quali ricercatori, autorità e cittadini hanno creduto; progetti che hanno sostenuto… e continuano a sostenere.

Dal laboratorio di geotermia profonda in Val Bedretto, all’acquedotto di Gordola, passando per il «Ceresio», primo battello di linea svizzero al cento per cento elettrico.

Questa mattina ho avuto l’occasione di visitare il Centro polifunzionale di Pregassona. Il Polis è l'edificio pubblico ticinese con il maggiore impianto fotovoltaico integrato sulla facciata… Cattura energia da tutte le parti, ma senza dare nell’occhio; l’estetica e l’eleganza prima di tutto.

Questo genere di progetti faro è importante anche per permettere ad alcuni architetti di accantonare i propri pregiudizi sui pannelli solari. Sì, oggi è possibile costruire edifici stupendi e sostenibili con pannelli fotovoltaici prodotti in Svizzera – in Ticino, come testimonia il Polis.

Anche in questo caso, come in tanti altri, c’è la presenza di un team della Scuola Universitaria della Svizzera italiana. Siete ai confini tra la scienza e la pratica, mettete le vostre idee e il vostro sapere al servizio dell’innovazione sostenibile. Lavorate per migliorare la vita di tutti.

Questo coraggio per innovare ci serve proprio in questo periodo, in questa fase decisiva verso la decarbonazione. Abbiamo bisogno di personalità in grado di indicarci la via da seguire. Una via con risvolti positivi per la popolazione, che possa garantire posti di lavoro in Svizzera e permetterci di esportare le nostre innovazioni.

Solare e eolico

Le cose stanno cambiando, come dimostrano i record degli ultimi tempi. Nel solo mese di febbraio, sono state avviate le pratiche per l’installazione di 200 000 pannelli solari, cioè una superficie di 45 campi da calcio.

Questo entusiasmo mi dà fiducia. Le tecnologie non solo sono a nostra disposizione, ma costano sempre meno. I pannelli solari o i veicoli elettrici, che nel frattempo stanno vivendo un vero e proprio boom, ne sono testimoni.

Il potenziale del fotovoltaico è enorme. L’energia solare potrebbe coprire l’intero consumo di elettricità della Svizzera. Anche l’energia eolica sta avanzando: il Ticino, ad esempio, ha inaugurato sul San Gottardo uno dei parchi eolici più alti d’Europa. Il vantaggio dell’eolico è di poter garantire una forte produzione durante i mesi invernali, quando il fabbisogno energetico è massimo.

Ma soprattutto, in Svizzera, abbiamo il nostro «oro bianco», l’energia idroelettrica. In occasione di una tavola rotonda, i Cantoni, gli esercenti e diverse organizzazioni ambientaliste hanno elencato quindici progetti di centrali che potrebbero essere realizzati in tempi brevi.

E per evitare che passino 20 anni prima di poter realizzare una diga, ho proposto una legge che permetterà di accelerare le procedure per la costruzione di grandi centrali di accumulazione e di grandi impianti eolici. Anche la costruzione di impianti solari sarà semplificata.

Per investire nelle energie prodotte in Svizzera sono a disposizione 11,7 miliardi di franchi fino al 2030. Una sicurezza di investimento molto importante.

Una legge sul CO2 per sostenere la gente

Dobbiamo andare avanti, se vogliamo essere clima-neutrali. Dopo il NO alla legge sul CO2, sono giunta alla conclusione che la politica deve:

  • sostenere la popolazione che vuole vivere rispettando il clima,
  • e rinunciare a misure che sembrano punizioni.

Questa filosofia costituisce la base del nuovo progetto di legge. Perché una cosa è certa: nelle regioni periferiche la gente dipende spesso dall’automobile e, rispetto a chi vive in città, ha meno accesso ai trasporti pubblici.

Non voglio contrapporre l’automobile ai trasporti pubblici, ma facilitare il trasferimento da un mezzo all’altro. Voglio anche sostenere la mobilità elettrica, finanziando le stazioni di ricarica, laddove la gente ne ha bisogno.

Per quanto riguarda il riscaldamento, il nostro piano prevede di incoraggiare la popolazione a sostituire i riscaldamenti a nafta o a gas. È un passaggio fondamentale. Se sostituiamo il nostro riscaldamento a gasolio con uno dello stesso tipo, perdiamo almeno 20 anni.

Non possiamo però lasciare il peso della transizione sulle spalle della gente. Grazie alle nuove disposizioni previste, abbiamo 4 miliardi per sostituire i vecchi sistemi di riscaldamento a nafta e a gas, per rinnovare le case – così che la popolazione possa risparmiare. Questi 4 miliardi sommati agli 11,7 miliardi ci permettono di investire nelle energie prodotte nel nostro Paese.

Seguendo lo spirito della «we can attitude» possiamo avanzare molto rapidamente. E se questo passo non è sufficiente, ne faremo altri. Ma questo non è un motivo per restare con le mani in mano. Bisogna riconoscere la gravità della situazione e non frenare le leggi.

Il settore dell’energia afferma che certi impianti in Svizzera non sono redditizi. Signore e signori, quando mai si investe nella sicurezza solo se è redditizia? Se fosse il caso, in Svizzera non avremmo né polizia né misure di sicurezza stradale. La sicurezza d’approvvigionamento elettrico è una delle sicurezze più importanti per il nostro Paese. E la sicurezza non è mai gratuita.

Europa

However, you, ladies and gentlemen, also have entirely different concerns. And the Federal Council is well aware of this. Our relationship with the EU is crucial for you. What is at stake here is also a kind of 'security': the assurance that we will still be able to pursue joint projects with Europe's top researchers; the certainty that mobility between the various universities and research centres in Europe will remain possible.

We understand that while funding is certainly important, it is not the only factor. It is also the network that plays a crucial role. Research and innovation in our country would be faced with serious obstacles without this network. Here, too, we seek pragmatic solutions that are beneficial to both partners.

It is important to interact with the political forces and with society on a continuous basis and to make your voices heard. Your solutions can also make a huge difference in energy and climate policy.SUPSI rightly prides itself on its ability to network and establish project synergies between various partners, projects and disciplines.

As an agent of change, SUPSI can be said to be an embodiment of the ‘we can attitude!


Indirizzo cui rivolgere domande

Comunicazione DATEC, tel. +41 58 462 55 11



Pubblicato da

Segreteria generale DATEC
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