Iniziativa contro la costruzione di abitazioni secondarie – no a quote rigide per i Comuni

Berna, 13.01.2012 - L’11 marzo 2012 si voterà sull’iniziativa popolare «Basta con la costruzione sfrenata di abitazioni secondarie!». Essa vuole limitare la quota di abitazioni secondarie in Svizzera al 20 per cento del patrimonio immobiliare di ciascun Comune. Il Consiglio federale la respinge, perché non tiene conto delle peculiarità regionali e locali. La legge sulla pianificazione del territorio, recentemente sottoposta a revisione, consente di combattere in modo più efficace e mirato gli eccessi nella costruzione di abitazioni secondarie. Il Consiglio federale raccomanda quindi al Popolo di respingere l’iniziativa. La Consigliera federale Doris Leuthard ha illustrato oggi a Berna gli argomenti del Governo federale.

L’iniziativa popolare «Basta con la costruzione sfrenata di abitazioni secondarie!» lanciata dall’organizzazione ambientalista Helvetia Nostra, mira a fermare l’espansione disordinata degli insediamenti. A questo scopo, chiede che la quota di abitazioni secondarie in Svizzera sia limitata al massimo al 20 per cento del patrimonio immobiliare di ciascun Comune. Anche il Consiglio federale è dell’opinione che la costruzione di abitazioni secondarie debba sottostare a norme severe. Infatti, le abitazioni secondarie richiedono superfici supplementari e portano a un aumento dei prezzi degli immobili, con la conseguenza che la popolazione locale trova difficoltà a reperire abitazioni a un prezzo abbordabile. Le abitazioni secondarie, inoltre, vengono spesso costruite su superfici precedentemente non edificate, mentre le abitazioni nei nuclei storici dei villaggi, che dovrebbero essere risanate, restano vuote. Per il Consiglio federale, tuttavia, l’iniziativa segue la strada sbagliata e non tiene conto delle peculiarità regionali e locali.

L’iniziativa è troppo rigida: la limitazione del numero di abitazioni secondarie a una quota fissa del 20 per cento porterebbe, in alcuni Comuni, a un blocco improvviso dell’attività costruttiva edilizia. Di conseguenza, si verrebbe a creare una forte pressione sulle zone in cui la quota di abitazioni secondarie è ancora inferiore al 20 per cento. Se l’iniziativa fosse accolta, questi Comuni si troverebbero confrontati con un’accresciuta richiesta di terreni edificabili, con la conseguenza di un aumento del fenomeno dell’espansione disordinata degli insediamenti. I Comuni rurali strutturalmente deboli e con pochi posti di lavoro, verrebbero ulteriormente indeboliti: soffrono di un forte spopolamento e presentano quindi una percentuale elevata di abitazioni secondarie. In questi Comuni le abitazioni lasciate vuote in seguito alla partenza degli abitanti non potrebbero più essere trasformate in case di vacanza. Il Consiglio federale respinge quindi l’iniziativa. Per combattere gli eccessi nella costruzione di abitazioni secondarie, punta sulla legge sulla pianificazione del territorio, recentemente sottoposta a revisione.

Il nuovo testo della legge sulla pianificazione del territorio fissa obblighi per Cantoni e Comuni

La revisione della legge sulla pianificazione del territorio, approvata come controprogetto all’iniziativa, è in vigore dal 1° luglio 2011. Essa impone a Cantoni e Comuni di adottare misure idonee per limitare il numero di nuove abitazioni secondarie, incentivare l’offerta di abitazioni primarie a prezzi moderati, promuovere l’industria alberghiera e migliorare il tasso di occupazione delle abitazioni secondarie esistenti. L’attuazione di tale norma dipende dalla situazione esistente a livello locale. Alcuni Comuni, per esempio, fissano un limite per le abitazioni secondarie, altri definiscono zone edificabili destinate alla realizzazione di abitazioni per la popolazione residente, altri creano zone alberghiere, per evitare la trasformazione degli alberghi in abitazioni secondarie. «La revisione della legge sulla pianificazione del territorio consente di combattere in modo rapido ed efficace gli eccessi», ha sottolineato la Consigliera federale Doris Leuthard illustrando la posizione del Consiglio federale. «I Cantoni e i Comuni possono adottare le misure che tengono meglio conto delle peculiarità locali».

Le prescrizioni dettate dalla legge sono severe: i Comuni che non le soddisferanno entro tre anni non potranno più rilasciare licenze edilizie per abitazioni secondarie. La revisione della legge sulla pianificazione del territorio offre maggiore protezione per il paesaggio, senza tuttavia mettere in pericolo gli interessi dei Comuni e del turismo. Assicura inoltre alle regioni la possibilità di un ulteriore sviluppo economico. L’iniziativa, invece, con le sue quote fisse, non permette di raggiungere lo scopo e comporta troppi svantaggi. Aumenterebbe la pressione sulle zone finora meno interessate dalla costruzione di abitazioni secondarie, senza tuttavia fare in modo che le abitazioni secondarie esistenti siano utilizzate meglio. Per tutte queste ragioni, il Consiglio federale raccomanda di respingerla. La revisione della legge sulla pianificazione del territorio ha creato strumenti incisivi per limitare la costruzione di abitazioni secondarie.


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